Valentino Rolando e Adriano Sada sono due nomi che hanno fatto la storia della bicicletta, nel loro romanzo “Due biciclette intorno al mondo”pubblicato dalla Casa Editrice Ediciclo raccontano un’avventura senza tempo e contro corrente in sella alle loro bici.
“A voler organizzare troppo si finisce per non fare nulla” Valentino Rolando
Valentino e Adriano nel 1956 partono da Torino in bicicletta e dopo una settimana di pedalata mandano a casa una lettera che recita: «Non torniamo, siamo partiti per un giro del mondo in bicicletta». Proseguiranno per un viaggio epico che li porterà a vivere esperienze uniche raccontate in un libro-diario di viaggio. In due anni percorreranno 28 mila km.
Valentino e Adriano sono amici da una vita e, giunti nel 1956 alla soglia dei trent’anni – quei trent’anni che una volta significavano il raggiungimento di una certa maturità – decidono di lasciare Torino, la loro città natale, un buon lavoro e i propri cari per coronare un sogno: compiere il giro del mondo in bicicletta.
Una volta arrivati a Trieste, dopo una settimana di pedalata e (ufficialmente) di ferie dal lavoro, mandano una lettera a parenti, amici e colleghi per informarli che «Non torniamo, siamo partiti per un giro del mondo in bicicletta» e così decidono di proseguire per un viaggio epico che li porterà a scoprire paesi, culture e gente diversa, ma anche a vivere esperienze uniche, magicamente raccontate con un occhio sull’epoca nel loro libro-diario di viaggio.
Il percorso non è stato pianificato in partenza: senza mappe e con pochi strumenti da viaggio, qualche pezzo di ricambio e una tenda, i due amici attraversano l’Europa dell’Est, facendo tappa in Jugoslavia, Bulgaria, Grecia, Turchia, Giordania, Siria, Iraq, Iran, Afghanistan, Pakistan, India e Giappone e proseguendo poi per Stati Uniti e Canada, percorrendo oltre 28.000 chilometri in due anni.
Il viaggiare in bicicletta si rivela il modo perfetto per scoprire e spostarsi, gustando tutto, come dice Valentino Rolando: “La bicicletta è un mezzo lento per dare la possibilità di osservare, ma anche abbastanza veloce per permettere di proseguire il viaggio”.
Nei paesi orientali i due amici vengono bene accolti dalla gente del posto proprio perché ciclisti, lo stesso non sarebbe accaduto se fossero stati due turisti in auto. In generale durante il viaggio Valentino e Adriano hanno avuto grandi dimostrazioni di affetto da parte dei locali, ma in alcuni casi hanno dovuto affrontare pericoli non da poco: come essere fermati per sospetto spionaggio o l’essere finiti in prigione in Siria.
Questo viaggio avventuroso calato nell’ambiente dell’epoca – quando non c’erano strumenti di comunicazione e non esisteva il concetto di viaggio all’avventura – racconta anche della paura dell’ignoto: i due amici partivano al mattino senza sapere cosa sarebbe stato di loro alla sera, ma la follia dei due ciclisti stava proprio nell’apprezzare il bello che veniva offerto ogni giorno in un luogo diverso.
Oggi Valentino ha 90 anni (Adriano è scomparso da qualche anno, ndr) e appeso sulla parete di casa sua in bella mostra c’è il telaio della Frejus che lo ha accompagnato per quella che può sicuramente definirsi l’avventura più straordinaria della sua vita. Del viaggio, oltre che i ricordi, i ritagli di giornali e altri oggetti, il ciclista conserva anche alcuni quaderni su cui le famiglie che li hanno ospitati nei vari paesi hanno scritto dediche nelle loro lingue, ma non sono mai state tradotte, chissà cosa avranno pensato dei due amici e della loro impresa quelle persone che li accoglievano nelle loro case?
“DUE BICICLETTE INTORNO AL MONDO. DA TORINO A TORINO. 1956-1958”– Edizioni Ediciclo – € 20,00