Le biciclette sono catalizzatori sociali che attraggono una categoria di gente superiore. Chip Brown
Urban bike: un gusto retrò e un profumo di modern vintage.
Le tipologie di bicicletta sono molteplici, ma nonostante tutte le differenze i componenti sono comuni negli elementi di base: telaio, ruote, trasmissione, freni, sterzo, manubrio e sella. Ogni parte della bicicletta lavora in accordo con la successiva: un unico ingranaggio composto dalle sue diverse parti. Ma una bicicletta, senza qualcuno che la guidi, è solamente un oggetto dalle forme sinuose, pronto a sferzare il vento, ma inerme.
Ma quindi, se la bicicletta è costruita in ogni sua parte per essere precisa, efficiente e allo stesso tempo esteticamente gradevole, perché non dovrebbe esserlo anche il suo motore naturale? Il gentiluomo che cavalca una bicicletta deve ovviamente conoscere il mezzo, ma ha anche l’obbligo di abbigliarsi in maniera coerente, per fondersi con esso e formare così un unicum inscindibile.
Ma qual è l’abbigliamento più consono per il modern gentleman su due ruote? In questo preciso momento storico troviamo un grande ritorno all’utilizzo del celerifero, come le chiamava il suo creatore Mede de Sivrac. Vuoi per passione, vuoi per un’attenzione ecologica, vuoi solamente per moda, si vedono sempre più gentiluomini cavalcare una due ruote, soprattutto in città. Tralasciando per un attimo l’abbigliamento da Eroica, la corsa rievocativo-storica la cui partecipazione è dedicata a ciclisti con abbigliamento d’epoca o di ispirazione storica, sono diversi i brand da cui ci possiamo far ispirare per parlare di cycling haute couture.
Bike style: dove ogni tasca è studiata per ottimizzare le necessità di capienza e appagare l’esigenza di eleganza.
Un esempio è Ted Backer, un’importante casa di moda londinese, che con la sua linea “The cycling suit” ha deciso di rivolgersi ai ciclisti urbani che vogliono mantenere uno stile ricercato. All’interno della collezione, che pone l’accento sulla cura dei dettagli, sono presentati capi come maglioncini con micro asole per far traspirare il gentiluomo in sella, rifiniture con stoffe antibatteriche o ancora risvolti dei pantaloni con micro fibbie, per evitare che restino impigliati negli ingranaggi. Un altro brand da tenere sott’occhio se fate parte del club dei gentleman in bicicletta è Owen Scott, il quale ha dato vita ad una linea d’abbigliamento ispirata al Tour de France. Nel suo progetto lo stilista ha disegnato una zona inguinale imbottita, per assorbire meglio gli urti da asfalto. Ultima ma non utima l’attenzione alla calzatura. Un ottimo esempio lo porta Quoc Phamshoes, il brand che ha realizzato delle scarpe con una suola pensata sia per camminare che per pedalare, dotate di una striscia posteriore riflettente.
Così, i grandi marchi che si occupano di urban cycling, sostengono il gentiluomo a pedali. Ma se è vero che l’outfit ha la sua rilevanza, per essere perfettamente in sintonia con il mezzo che conduciamo e l’ambiente circostante, è altrettanto importante abbinarlo correttamente con ciò che si guida. E personalmente non riesco a vedere separate le mie fibbie da caviglia, le mie natiche imbottite e le mie zip a scomparsa, dalla mia Iroko.